Comunque ritorno con una recensione di un autore che adoro: il mio amatissimo Guillaume Musso.
Titolo: Central Park
Autore: Guillaume Musso
Editore: Bompiani
2015, 304 pg.
Trama: New York. Otto del mattino. Alice, una giovane poliziotta di Parigi, e Gabriel, pianista jazz americano, si svegliano ammanettati tra loro su una panchina di Central Park. Non si conoscono e non ricordano nulla del loro incontro. La sera prima, Alice era a una festa sugli Champs-Elysées con i suoi amici, mentre Gabriel era in un pub di Dublino a suonare. Impossibile? Eppure... Dopo lo stupore iniziale le domande sono inevitabili: come sono finiti in una situazione simile? Da dove arriva il sangue di cui è macchiata la camicetta di Alice? Perché dalla sua pistola manca un proiettile? Per capire cosa sta succedendo e riannodare i fili delle loro vite, Alice e Gabriel non possono fare altro che agire in coppia. La verità che scopriranno finirà per sconvolgere le loro vite
Cosa ne penso: Premetto che ho letto tutto di Musso (mi manca solo "Aspettando domani"), ho sempre apprezzato questo autore per la sua capacità di saper unire un tocco di sovrannaturale con la realtà. Questa sua peculiarità l'ha persa negli ultimi libri che si trasformano comunque in gialli abbastanza scorrevoli.
Parecchi suoi libri si basano su un'"illusione" creata ad hoc per il lettore e per il protagonista e questo vale anche per Alice. Alice è una giovane donna che si sveglia nel bel mezzo di Central Park, ammanettata ad un altro uomo. Tutta la storia si sviluppa sul loro tentativo di "andare indietro nel tempo", per capire come fanno a ritrovarsi lì e per colpa di chi. Il tutto viene ovviamente svelato nel finale, ma nel mezzo c'è una storia sicuramente ben sviluppata, piena di flashback che ci permettono di capire il passato di Alice. Devo essere sincera, non l'ho apprezzata tanto. Non sopporto le persone troppo cocciute che finiscono per diventare arroganti, per via delle loro scelte, nè tantomeno apprezzo le persone che si piangono addosso e continuano a vivere nella loro "tristezza". La sua testardaggine, la sua volontà di farsi giustizia da sola le costeranno davvero molto caro e sembra comunque non apprezzare lo sforzo del suo stesso padre che prova a far giustizia per lei. L'ho vista come un'eterna scontenta, un'eterna vittima del mondo e degli altri e un'eterna incompresa.
Ho invece apprezzato Gabriel, amato e odiato per tutto il racconto. Alla fine il suo è l'unico personaggio veramente positivo della storia, l'unico davvero buono (una bontà che onestamente non ho trovato nella coprotagonista).
Il finale m'è piaciuto tantissimo, ha una morale molto chiara e cioè che la vita va vissuta, nonostante gli ostacoli, e soprattutto vanno apprezzati tutti i suoi momenti, tutte le piccole gioie che scandiscono le nostre esistenze.
Per il resto Musso è una garanzia, per me non sbaglia mai, anche perchè i suoi libri, nonostante la scorrevolezza, non sono mai banali!
Inoltre grande Guillaume per essere tornano con le mini citazioni a inizio di ogni capitolo (è una cosa che apprezzo molto!).
Voto: 4 su 5!