sabato 14 novembre 2015

CineRecensione: "Spectre"


Oggi voglio recensire non un libro, ma un film che aspettavo davvero da tempo. 
*taraaaaaattaaaataaaaaaa, tarataààà, tataaaaaaaa* 
Sì, l'indizio è chiarissimo... ora non avete più dubbi, vero? :D 
Comunque il film in questione è Spectre!



TITOLO ORIGINALE: SPECTRE
aNNO PRODUZIONE:2015A COLOR
REGISTA: SAM MENDES
TRAMA
Un messaggio criptico dal passato di Bond porta l’agente 007 a seguire una pista per smascherare una minacciosa organizzazione. Mentre M lotta contro le forze politiche per tenere in vita i servizi segreti, Bond tenterà di aggirare numerosi inganni e svelare la terribile verità che si cela dietro SPECTREDaniel Craig, per la quarta volta nei panni dell’agente 007, sarà affiancato da un cast d’eccezione: Christoph Waltz, Léa Seydoux, Dave Bautista, Monica Bellucci e Andrew Scott. E ancora, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Ben Whishaw e Rory Kinnear. La sceneggiatura è di John Logan e Neal Purvis & Robert Wade. Direttore della fotografia Hoyte van Hoytema. Montaggio di Lee Smith. Scenografie di Dennis Gassner. Costumi di Jany Temime. Musiche di Thomas Newman. Skyfall, il 23° film della serie è stato un successo mondiale con un box office che ha superato il miliardo di dollari. Prodotto da Michael G. Wilson e Barbara Broccoli, SPECTRE sarà al cinema dal 5 novembre 2015, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia

COSA NE PENSO: Premetto che non sono una patita di 007, o meglio... Ho visto qualche film con Pierce Brosnan da piccola e ho avuto la possibilità di rivederli qualche settimana fa, di sfuggita, grazie a Sky Cinema 007, ma non mi hanno entusiasmata, tutt'altro. Mi sembrano i classici film fantascientifici, pieni di nuove tecnologie, per lo più assurde, con scene e personaggi molto stereotipati, insomma, niente di che. 

La musica cambia con Daniel Craig (per me uno degli uomini più affascinanti della terra), vidi per caso Casino Royale (il mio preferito) e me ne innamorai subito, quindi non ho perso gli altri (Quantum Of Solace, Skyfall, Spectre). 

Passiamo appunto a Spectre. Il film inizia con un tripudio di colori e maschere di morti, proprio il tema della morte ritornerà spesso durante il film. Dopo cinque minuti si entra già nel vivo dell'azione, le riprese sono mozzafiato, scene adrenaliniche e paesaggi straordinari, tengono lo spettatore incollato allo schermo. Gli effetti speciali sono magistrali e rendono molto realistica la storia, certo qualche parte un po' forzata c'è, il nostro caro James ha un bel po' di fortuna nel cascare sempre nel migliore dei modi, ma una delle cose che adoro di 007 è che anche quando gli sta crollando un palazzo addosso ed è sporco di polvere e sangue James ha come "unica" preoccupazione quella di abbottonarsi la giacca ed essere sempre di tutto punto (penso che questo sistemarsi la giacca, i polsini ecc sia proprio una peculiarità dell'agente doppio zero :D). Ovviamente qualche punto un po' forzato c'è, ma anche questo è tipico degli 007, ad esempio quando riesce a liberarsi del laccio che gli legava i polsi con una facilità esagerata, o anche quando fa incidenti assurdi e ne esce illeso. 
Altro punto a favore è come la storia proceda spedita, non ci sono parti noiose o "morte", tutto ha un suo perchè e il regista è stato abile nel rendere una pellicola di 2 ore e 30 apprezzabilissima. 

Gli inseguimenti a Roma sono spettacolari, la scena dell'elicottero, del combattimento in treno o delle montagne austriache anche, insomma, in questo non trovo punti deboli. 
Ho amato tanto anche le scene di humour, utili a stemperare la tensione, per me delle vere e proprie chicche, che penso si avvicinino molto al fantomatico "british humour" (alla scena del topolino ho sorriso davvero tanto).

L'attore protagonista penso sia perfetto in quel ruolo, ha un'eleganza nei movimenti e nei modi di fare assoluta, non sembra mai bruto o macho nel senso dispregiativo, ma sembra sempre essere perfetto e non con un capello fuori posto. Non dico sia il mio uomo ideale, ma poco ci manca. 
Per questo il finale mi ha lasciato un po' di amaro in bocca, vabbè che lo stesso Craig ha ammesso di non voler più interpretare James Bond, ma sapete com'è... quando ci si affeziona a un attore e al personaggio interpretato un po' di "tristezza" c'è.
La bond girl è carina, simpatica, ma non ho notato chissà che affinità tra lei e James, che penso non supererà mai del tutto la morte di Vesper. Ed anche per questo il finale mi convince ancor meno (!!!).
Spectre, in sintesi, chiude un cerchio:  unisce tutti i "cattivi" dei capitoli precedenti (da Casino Royale del 2006 in avanti...) e fa chiarezza su molti punti, sulle morti dei cattivi, delle varie bond girl, della carissima M (Judi Dench) e sul passato dello stesso James. 
Il finale non è stato spettacolare quanto Skyfall (insuperabile a mio modo di vedere, per diversi aspetti... a partire dalla colonna sonora), ma comunque apprezzabile. Nonostante tutto il voto per me è 5 su 5. Di film d'azione così se ne vedono purtroppo pochi e non posso far altro che aspettare impaziente un altro capitolo della saga, con un nuovo Bond (chissà), sperando sia all'altezza del predecessore...

Voto 5 su 5





Un pensiero va a Parigi, #PrayforParis




martedì 13 ottobre 2015

Recensione de "Il richiamo dell'angelo" di Guillaume Musso

Salve amici, come procede?
Io ho ripreso l'università e torno ogni giorno distrutta... Fortuna che riesco comunque a portare avanti le mie letture. 

Stavolta tocca ad un autore che adoro di cui ho quasi tutti i libri. Il libro in questione è "Il richiamo dell'angelo", che mi ispirava già da un po', ma solo di recente l'ho letto. 
Vado con la scheda!


Titolo: Il richiamo dell'angelo
Autore: Guillaume Musso
Edizione: Sperling e Kupfer 
Anno: 2012, 371 pg.


Trama: New York, aeroporto JFK. In un'affollata area d'imbarco Madeline e Jonathan, due perfetti sconosciuti, si scontrano. Un vivace battibecco, poi ciascuno riprende la propria strada. Le vacanze natalizie sono alle porte: lei sta per salire sul volo per Parigi, dove possiede un avviato negozio di fiori, e lui è in partenza per San Francisco, dove gestisce un modesto ristorante. Non immaginano certo che i loro destini s'incroceranno di nuovo. Una volta atterrati e scoperto con disappunto di essersi scambiati i cellulari nell' urto, ciascuno prova l'irresistibile impulso di curiosare nei segreti dell'altro. E questa reciproca indiscrezione fa riemergere un passato doloroso per entrambi, perché nessuno dei due è quello che sembra. La foto di una ragazza scomparsa... Un volto sconosciuto eppure familiare... Una sconcertante rivelazione... Inizia così una vicenda punteggiata di colpi di scena, sorprese, inattesi capricci del destino. E mentre i due protagonisti rincorrono piste sempre più pericolose, l'amore fa capolino, suggellando l'epilogo sullo sfondo di una New York sepolta dalla neve.

Cosa ne penso: Come in ogni libro di Musso, anche in questo caso i temi di destino e coincidenze della vita sono molto presenti e per me questo è già un punto a favore. Ho apprezzato molto i personaggi, i loro trascorsi, ma nonostante ciò non li ho amati quanto gli altri di Musso. Paradossalmente mi sono affezionata più a Danny, "il cattivo", se così si può chiamare, ho visto in lui un dannato, un predestinato, anche se poi la storia si evolve diversamente. La storia procede spedita, è una lettura piacevole e leggera, ma ci sono comunque molti punti che mi hanno fatto storcere il naso. Innanzitutto dubito che un padre affezionato al figlio, che vede poche volte l'anno, lo lasci solo durante le feste natalizie, per giunta con uno zio scapestrato che si ritrova. Poi c'è una parte in cui lei si concede davvero con troppa facilità a uno sconosciuto per "rendere giustizia" ad un'altra persona che ha visto per pochi minuti nella vita. Inoltre Danny doveva rivestire un ruolo importante nella parte finale, eppure scompare! Non ho capito perchè è rimasto defilato. Infine ciliegina sulla torta non ho apprezzato il comportamento di Madeline, che dimentica come se nulla fosse la storia con il suo attuale ragazzo e presto sposo, per uno sconosciuto. Non so ci sono troppi punti che stonano con la narrazione, che resta comunque apprezzabile.

Voto: 3 su 5!


giovedì 1 ottobre 2015

Penne emergenti: vi presento "Lie4me" di Mariachiara Cabrini

Ciao amici!
Sono scomparsa per tutto settembre, pur avendo tante recensioni in sospeso da scrivere, prima o poi recupererò.
Comunque in questi giorni mi ha contattata una ragazza, Mariachiara Cabrini (alias Weirde blogger dell'Arte dello scrivere) per parlarmi del suo nuovo libro: "Lie4me Professione bugiarda".

Vado con la scheda :D


TITOLO: LIE4ME
AUTORE: Mariachiara Cabrini
COLLANA: Elit
EDITORE: Harlequin Mondadori
FORMATO: Digitale
PREZZO: 3,49 euro



Trama: Proprio come l'Alice del Paese delle Meraviglie, anche Alice Schiano ha un'irrefrenabile fantasia e decide di sfruttarla per inventarsi un lavoro alternativo. La sua missione è migliorare le vite altrui... una bugia alla volta. Vuoi mollare il tuo fidanzato ma non vuoi farlo di persona per non vivere un'esperienza spiacevole? Vuoi fare bella figura con il capo, sbarazzarti di una rivale, conquistare un collega? Alice è la donna che fa per te! Non c'è nulla che non possa risolvere grazie alla sua parlantina, e non prova mai rimorsi per ciò che fa, perché mentire paga, e bene! I servizi della sua agenzia sono richiestissimi, gli affari vanno alla grande e anche la vita sentimentale scorre liscia come l'olio, forse proprio perché racconta un bel po' di bugie anche al fidanzato. Finché qualcuno non fa saltare in aria la sua auto. Chi è stato? Alice non intende restare con le mani in mano ad aspettare che la polizia scopra il colpevole. Tanto più che collaborare con l'ispettore Donati, uomo affascinante quanto irritante, potrebbe portare a risvolti inaspettati. In tutti i sensi.

L'autrice: Mariachiara Cabrini si definisce una lettrice compulsiva. Ormai da sette anni gestisce, con il nickname WEIRDE, un blog dedicato alle sue letture: “L’arte dello scrivere… forse” e si è anche cimentata nella scrittura pubblicando i romanzi: Imprinting love (Zerocentoundici Editore, 2010), La Fiamma del destino (Lulu.com editore, 2011), Le rocambolesche avventure di una lettrice compulsiva (Ilmiolibro.it, 2012), I colori della nebbia, scritto a quattro mani con Francesca Cani (Harlequin Mondadori,2013) .

Che dire? Il libro mi ispira molto e mi è stato descritto come un chick lit con venature di giallo. Sicuramente la storia è mooolto particolare e penso che prima o poi lo leggerò (più poi suppongo T_T).
Il libro è acquistabile in tutte le librerie online, mi raccomando! Spero vi piaccia! 

A presto! 

venerdì 28 agosto 2015

Recensione di "Vacanze in villa" di Sophie Kinsella \ Madeleine Wickham

Salve amici carissimi, 
l'estate e la mancanza di esami imminenti (sto per iscrivermi alla magistrale, quindi sono liiiibera, anche se ancora per poco), mi permettono di procedere spedita con le mie letture.
L'ultima recensione era su un libro della Kinsella, che mi aveva entusiasmato davvero tanto, quindi ho pensato di comprarne un altro: "Vacanze in villa", dove lei si firma come Madeleine Wickham.
Mi viene una sola parola in mente: D E L U S I O N E!




Titolo: Vacanze in villa
Autore: Madeleine Wickham \ Sophie Kinsella
Editore: Mondadori
261 pg, 2011

TramaChloe ha davvero bisogno di una vacanza. Non ne può più di confezionare abiti nuziali, lei poi che non è neanche sposata! Ed è un momento delicato perché Philip, il suo compagno, ha seri problemi di lavoro e non riesce a pensare ad altro. Meno male che Gerard, uno dei suoi più cari amici, le presta la sua meravigliosa villa in Spagna dove trascorrere qualche giorno in pace... Hugh non è felice. Amanda, la sua impeccabile moglie, sembra più interessata ai colori delle pareti del loro lussuoso appartamento che a lui, e a Hugh non resta che lavorare dalla mattina alla sera. Ma Gerard, un vecchio compagno di scuola che ha rincontrato per caso, gli dà l'occasione di spezzare questa opprimente routine proponendogli un breve soggiorno nella sua casa in Spagna... Perfetto! E così Chloe e Hugh si ritrovano con le rispettive famiglie nello stesso momento e nello stesso posto, scoprendo con grande disappunto che Gerard ha promesso la villa a entrambi. Dopo lo sconcerto iniziale, sono costretti a convivere tra piccoli disagi e, soprattutto, tensioni sotterranee. Perché Chloe e Hugh hanno un passato in comune, un passato che torna prepotentemente a galla durante una vacanza che si rivelerà piena di imprevisti e sorprese. "Vacanze in villa" è una commedia sulla difficoltà di difendere l'amore dalle insidie dell'abitudine e della quotidianità, in una sfida che si combatte - e si vince - giorno dopo giorno.

Cosa ne penso: Ho una domanda da porre: ma siamo sicuri che ci sia la Kinsella dietro questo libro? Sono rimasta a dir poco allibita, è lontano anni luce da "Ho il tuo numero", l'ho trovato banalissimo, scontato, ma soprattutto odioso. Protagoniste del libro sono due famiglie: quella composta da Chloe, il marito Philip e i due figli Sam e Nat, poi ci sono Hugh, con la moglie Amanda, le due bambine (il cui nome credo non freghi a nessuno) e Jenna, la babysitter.
Posso dire che ho odiato tutti, ma proprio tutti?! Forse si salvano solo i figli delle coppie. Farò una recensione un po' diversa e cioè di ogni personaggio, perchè della storia banale c'è poco da dire.
Chloe: Lei è una sarta, una donna che ha sofferto molto in passato e che in qualche modo vuole far pagare (almeno io così l'ho vista) tutta la sofferenza repressa al marito. Ho visto in lei una donna parecchio inca**ata col mondo, pronta a far pagare qualsiasi passo falso al marito. Il marito, in realtà è un convivente, ma è più comodo dire marito,  che rischiava di perdere il lavoro da un momento all'altro, non poteva parlare di lavoro, non poteva parlare con i colleghi per sapere se c'erano novità e non poteva sfogarsi con nessuno, perchè Chloe così aveva deciso e quindi a ogni minimo accenno rischiava una crisi isterica. Inoltre non ho apprezzato il fatto che lei sarebbe stata quasi disposta a mandare tutto all'aria, matrimonio e famiglia, per un uomo che le aveva spezzato il cuore e che si era dimostrato inaffidabile.
Philip: Lui forse è l'unico martire della situazione. Non può parlare con la moglie, anzi no, la convivente,  delle sue preoccupazioni e mi sembrava che quasi vivesse con l'ansia di qualche catastrofe. Il suo è un personaggio positivo, perchè nonostante tutto si è sempre rivelato un compagno e un padre perfetto, che ha amato Sam come se fosse suo figlio. Nonostante tutte queste doti, capisce che Chloe (donna molto indecisa e capricciosa) è insoddisfatta e ne soffre.
Hugh: Lui è un perfetto idiota (concedetemi il termine). Ritrova una sua vecchia fiamma e totalmente incurante della moglie e delle figlie decide di lasciarsi andare, come se nulla fosse. Il culmine lo raggiunge quando [PERICOLO SPOILER] propone a Chloe di lasciare tutto e tutti, di ricominciare daccapo, di sposarsi. Così, come se avere una moglie e dei figli fosse una barzelletta! Personaggi del genere sono a mio modo di vedere insopportabili. L'ho trovato immaturo e molto "bambino", succube della moglie, che ama, ma tradisce (!!!). Poi ha un lampo di genio nel finale e capisce quello che sta per buttare all'aria e rinsavisce, ma decide comunque di trascorrere un'ultima notte (davanti a tutti) abbracciato alla povera Chloe...
Amanda: Ok, il suo è un personaggio che ho rivalutato. All'inizio, mentre leggevo, me l'ero immaginata esattamente così

La riconoscete? E' la moglie di Stu in "Una notte da leoni". Veniva descritta proprio come lei: una donna acida, sempre in preda a una crisi di nervi e che rende il marito totalmente succube. All'inizio la sopportavo poco, anche perchè impediva al marito di stare con le figlie (altro segno di debolezza di Stu, ehm Hugh). Poi invece l'ho apprezzata davvero: perchè lei è una donna che ha sacrificato la sua vita per stare con le figlie (vorrebbe lavorare, ma per loro si limita a fare la casalinga) e per il marito (che, come vedete, l'ha ripagata per bene...). Allo stesso tempo si è dimostrata una donna forte, ma il fatto che è stata tenuta all'oscuro di tutto è secondo me un punto debole del libro.
Jenna: Concludo con lei. Anche nel suo caso l'ho immaginata come un personaggio già visto in tv. 
Sì proprio lei, la Julia Roberts di Pretty Woman. E' una ragazza frizzante, piena di vita e sempre pronta a scherzare. I vari "scherzavo!" li leggevo proprio con la voce della Roberts (o meglio la doppiatrice). Superato l'idillio ho odiato anche lei (sì non si scansa nessuno), perchè ha letteralmente illuso e "sfruttato" un ragazzino come Sam, per il puro piacere personale.
Voglio concludere con un ultimo dettaglio: il fatto che 200 e passa pagine fossero tutte ambientate in una villa ha reso la storia moooooolto noiosa e davvero poco dinamica. 
Mi rendo conto che la recensione è piuttosto lunga, ma dovevo "sfogarmi" in qualche modo. 
Sono sicura che gli altri libri della Kinsella sono migliori (ne ho già ordinati due), ma penso che eviterò come la peste quelli firmati "Madeleine Wickham"!

Valutazione: 1 su 5!



venerdì 21 agosto 2015

Recensione di "I've got your number" di Sophie Kinsella

Salve amici! 
Finalmente è arrivato il giorno di una recensione a me tanto cara! Avete presente quando leggete un libro, su cui non avreste scommesso un centesimo, che pagina dopo pagina ti sorprende sempre di più fino all'ultimo quando esclami in mente un immenso WOOOOOOW! 
Bene, questo mi è capitato leggendo "I've got your number" di Sophie Kinsella.


Titolo: I've got your number
Autore: Sophie Kinsella
Editore: Bantam
2012, 368 pg.

Trama: Poppy Wyatt è una sprovveduta fisioterapista ventottenne prossima alle nozze con il suo fidanzato Magnus Tavish, un professore universitario.Il giorno del suo addio al nubilato mentre festeggia con le sue amiche al "Berrow Hotel", Poppy è distratta dal caos causato dall'allarme antincendio scattato nell'hotel e non si accorge che il suo anello, che aveva prestato alle sue amiche per farglielo provare, è sparito. Quando si rende conto della situazione cerca in tutti i modi di ritrovarlo senza riuscirci. Durante il suo ultimo disperato tentativo di ritrovarlo, mentre sta cercando la linea del telefono fuori dall'hotel per ricevere un importante messaggio, un tizio incappucciato le ruba il cellulare e corre via lasciandola per terra. Poppy è disperata. Oltre ad aver perso il suo anello ora è anche senza cellulare. Rendendosi conto che senza cellulare non ritroverà mai il suo anello, rientra nell'hotel in cerca di un aiuto quando improvvisamente nota un telefonino nuovo in un cestino della spazzatura. Poppy decide così di prenderlo e di farlo suo, dando il suo nuovo numero a tutti i suoi amici e conoscenti. Poco tempo dopo Poppy viene a sapere che il telefono appartiene ad una certa Violet, l'assistente di un ricco manager. Dietro il cellulare c'è l'indirizzo della 'White Globe Consulting' che poi si scopre essere la grande azienda dove lavorava Violet come assistente segretaria. Poppy decide comunque di tenersi il telefono nell'attesa di incontrare Violet, ma al posto della ragazza, Poppy viene a contatto proprio con il giovane capo di Violet, il ricco manager e capo della WGC, Sam Roxton. Poppy si ritroverà a dover dividere il telefono con lui, mentre cerca disperatamente di salvare il suo matrimonio.

Cosa ne penso: Da un po' mi frullava per la testa l'idea di leggere un libro in inglese, così ho scelto la regina del chick-lit: Sophie Kinsella. Non avevo letto niente della Kinsella, ma sapevo che era molto quotata, per cui mi sono fiondata su un libro che non rientrava nella serie "I love shopping", ed ecco "I've got your number". 
Quando ho preso per la prima volta in mano questo piccolo mattoncino ho pensato "Oddio ce la farò mai a leggerlo tutto!?", così determinata più che mai ho iniziato. La narrazione inizia con Poppy, la protagonista che ho amato sin da subito per il nome (dai, chiamare qualcuno Poppy è troppo divertente! Penso che il mio prossimo cane lo chiamerò così). La nostra cara Poppy è in preda al panico perchè ha perso l'anello di fidanzamento. Ok, ammetto che all'inizio ho poco apprezzato la sua sbadataggine, il suo essere completamente svampita e distratta. Come se non bastasse le rubano anche il cellulare e tadaaan ne trova uno in un cestino e Finders Keepers, se ne appropria come se fosse suo. Poco dopo scopre che appartiene all'assistente di Sam Roxton, manager di un'importante azienda. Sin da subito ho amato lo stile dell'autrice, che forse viene esplicitato meglio nella lingua originale, spiritoso, frizzante, ironico (Dio quanto ho riso!).  
Al di là dello stile leggero, questo libro mi ha "insegnato" tanto (sì perchè anche le letture leggere possono rivelarsi d'insegnamento). Prima di tutto mi sono rivista in Poppy quando si sentiva inferiore e inadatta in una famiglia di super geni. Quella sensazione di inadeguatezza la conosco bene, ma è stato un consiglio di Sam a farmi aprire gli occhi, quando le spiegava che era semplicemente una loro caratteristica quella di avere un "cervello grande" che era come un naso grande, una bocca grande e via dicendo. Aggiungendo poi 
«Questi accademici hanno bisogno di sentirsi importanti. Scrivono
saggi, presentano programmi televisivi per dimostrare di essere persone utili e valide. Ma tu svolgi un servizio utile e valido ogni giorno della tua vita. Non hai bisogno di dimostrare nulla. Quante persone hai curato? Centinaia. Hai attenuato il loro dolore. Hai fatto stare meglio centinaia di
esseri umani. Antony Tavish ha mai fatto stare meglio qualcuno?»
Come non amarlo? 
Poi al di là del suo essere distratta, pasticciona etc, la Kinsella ci ha permesso di scoprire anche il lato più profondo e serio di Poppy. Sin da subito si capiva che era una ragazza che, al di là dei suoi mille problemi, sarebbe stata disposta ad aiutare il prossimo senza pensarci su due volte. Sin da subito ha deciso di aiutare uno sconosciuto (Sam) cercando di intrattenere, con una sorta di mini flash mob (sì, proprio quello) una persona che stava per abbandonare l'hotel e che Sam doveva assolutamente incontrare. 
Altra nota lieta è stata la collaborazione tra Sam e Poppy. La loro "relazione" ha permesso ad entrambi di cacciare il loro meglio, i lati migliori del loro carattere ed è una cosa che ho amato assolutamente. Sam ha "fatto aprire gli occhi" a Poppy che grazie al suo supporto è diventata una persona coraggiosa, ma soprattutto più forte e sicura di sè, facendole capire che non è il disastro che lei crede di essere o la nullità che la famiglia del suo caro fidanzato le fa credere di essere, ma una donna bella, gentile e intelligente che non ha nulla da invidiare alle altre. 
Poppy ha aiutato Sam a "sciogliere" il suo cuore di ghiaccio, il suo essere sempre così rigido e freddo nelle relazioni con i suoi colleghi, l'ha aiutato probabilmente nel momento peggiore della sua carriera. 
La loro storia, il loro rapporto, prima puramente lavorativo e poi più profondo, è sincero e si evolve gradualmente. Non è un libro smielato, tutt'altro. E' un libro leggero, ma che ti tiene incollata sino all'ultimo. Molti dicono che il finale era scontato, beh scontato un corno! Sono stata col fiato sospeso fino alla fine, volevo entrare nel libro e dire "Poppy che diavolo combini! SVEGLIAAAAAAAA!" 
Il finale è da faccina a cuoricini <3 

Ogni tanto servono libri del genere, leggeri, senza troppi pretese, da cui però si possono ricavare grandi insegnamenti. Grande Kinsella!

Voto: 5 su 5!


giovedì 20 agosto 2015

Recensione di "Le ossa della principessa" di Alessia Gazzola

Ciao amici! 
Le letture targate Alessia Gazzola procedono (amo questa autrice) ed ecco pronta la recensione del terzo capitolo della "saga": Le ossa della principessa.
Vado con la scheda: 


Titolo: Le ossa della principessa
Autore: Alessia Gazzola
Editore: Longanesi 

2014, 346 pg.

TramaBenvenuti nel grande Santuario delle Umiliazioni. Ossia l'istituto di medicina legale dove Alice Allevi fa di tutto per rovinare la propria carriera di specializzanda. Se è vero che gli amori non corrisposti sono i più strazianti, quello di Alice per la medicina legale li batte tutti. Sembrava quasi che la sua tormentata esistenza in Istituto le avesse concesso una tregua, quanto bastava per provare a mettere ordine nella sua sempre più disastrata vita amorosa, ma ovviamente non era così. Ambra Negri Della Valle, la bellissima, brillante, insopportabile e perfetta Ape Regina, è scomparsa. Difficile immaginare una collega più carogna di lei, sempre pronta a mettere Alice in cattiva luce con i superiori, come se non ci pensasse lei stessa a infilarsi nei guai, con tutti i pasticci che riesce a combinare. Per non parlare della storia di Ambra con Claudio Conforti, medico legale affermato e tanto splendido quanto perfido, il sogno proibito di ogni specializzanda... E forse anche di Alice. Ma per quanto detesti Ambra, Alice non arriverebbe mai ad augurarle la morte. Così, quando dalla procura chiamano lei e Claudio chiedendo di andare a identificare un cadavere appena ritrovato in un campo, Alice teme il peggio. Non appena giunta sulla scena del ritrovamento, però, mille domande le si affollano in mente: a chi appartengono quelle povere ossa? E cosa ci fa una coroncina da principessa accanto al corpo?

Cosa ne penso: Io la Gazzola la amo sempre di più! Quest'autrice mi sembra migliorare libro dopo libro ed è per questo che ho ordinato gli ultimi due che mi restano (Sindrome da cuore in sospeso e Una lunga estate crudele). Partiamo con Alice, la famosa allieva. Lei nei primi due libri quasi mi stava antipatica, la vedevo ancora troppo imbranata e inadatta per la carriera che stava intraprendendo. Qui ho iniziato ad amarla. La storia e il "cold case" in questione mi è piaciuto di più perchè ha toccato l'Istituto di Medicina Legale più nel profondo. Ambra, l'Ape Regina, scompare. Alice, Claudio e un po' tutti il resto della truppa cadono nello sconforto e iniziano a dubitare anche dell'integrità del mio amato CC. In questo frangente, appunto, ho amato Alice perchè mi è sembrata l'unica in grado di capirlo, l'unica che, nonostante tutto, si fida ciecamente della correttezza e innocenza di Claudio. CC mi ha fatto quasi pena, mi dispiaceva "leggerlo" così abbattuto e giù di morale e ho sperato che fosse proprio Alice ad aiutarlo, come poi è effettivamente successo! Il legame tra i due mi è sembrato anche più profondo, intimo e confidenziale e ringrazio la Gazzola, perchè faccio spudoratamente il tifo per loro due! 
Per quanto riguarda il caso trattato, l'unico neo che ho trovato è stata l'alternanza della narrazione con le lettere della vittima, risalenti a tanti anni prima. Però resta il fatto che è un giallo che ti tiene col fiato sospeso fino all'ultimo e segue più o meno lo stesso iter degli altri: pagine di ricerca, ipotesi e misteri con il colpo di scena finale. 
Insomma anche stavolta la Gazzola non ha toppato, anzi!

Voto: 4 su 5!

sabato 15 agosto 2015

Recensione di "Un segreto non è per sempre" di Alessia Gazzola

Salve a tutti e soprattutto buon ferragosto.
Le mie letture procedono e ho un po' di recensioni arretrate. Sto dedicando la mia estate a un'autrice che ho scoperto solo il mese scorso: Alessia Gazzola.
Ho già recensito L'Allieva e stavolta tocca a "Un segreto non è per sempre".


Titolo: Un segreto non è per sempre
Autore: Alessia Gazzola
Editore: Longanesi
2012, 415 pg.

Trama"Mi chiamo Alice Allevi e ho un grande amore: la medicina legale. Il più classico degli amori non corrisposti, purtroppo. Ho imparato a fare le autopsie senza combinare troppi guai, anche se la morte ha ancora tanti segreti per me. Ma nessun segreto dura per sempre. Tuttavia, il segreto che nascondeva il grande scrittore Konrad Azais, anziano ed eccentrico, è davvero impenetrabile. E quella che doveva essere una semplice perizia su di lui si è trasformata in un'indagine su un suicidio sospetto. Soltanto Clara, la nipote quindicenne di Konrad, sa la verità. Ma la ragazza, straordinariamente sensibile e intelligente, ha deciso di fare del silenzio la sua religione. Non mi resta che studiare le prove, perché so che la soluzione è lì, da qualche parte. Ma studiare è impossibile quando si ha un cuore tormentato. Il mio Arthur è lontano, a Parigi o in giro per il mondo per il suo lavoro di reporter. Claudio, invece, il mio giovane superiore, il medico legale più brillante che conosca, è pericolosamente vicino a me. Mi chiamo Alice Allevi e gli amori non corrisposti, quasi più delle autopsie, sono la mia specialità."

Cosa ne penso: Con questo libro Alice/Alessia Gazzola fanno un salto di qualità. Diciamo che il primo libro della serie mi era piaciuto, ma non mi aveva convinto del tutto e ho deciso per questo di dare una seconda chance comprando il sequel appunto. Bene, questa storia mi ha appassionata ancora di più. Come sempre la Gazzola ci catapulta e ci "intrappola" nel mondo di Alice, al punto che è difficile restarne indifferente. Come per il primo, leggendo questi libri si ha l'impressione di mettersi nei panni di Alice e di vivere la sua vita, una sensazione stupenda che pochi altri autori sono in grado di darmi. Anche qui le vicende sentimentali della nostra cara Alice si alternano con il giallo della morte di Konrad Azais. Rispetto al primo, questo "caso" mi ha appassionata di più, forse perchè più intricato. La narrazione è come sempre leggera, spiritosa, frizzante, mai pesante. In più Alice è meno combina guai del solito, inizia a maturare la ragazza, in campo lavorativo, meno in quello sentimentale, visto che è ancora "sospesa" tra i due opposti: CC e Arthur. Io sono sempre #TeamCC, spero che anche Alice (nel paese delle meraviglie) si decida!

Valutazione: 4 su 5!


martedì 28 luglio 2015

Recensione de "L'Allieva" di Alessia Gazzola

Cari amici de "Il mondo di una bookworm", sono viva!
Non ho scritto solo perchè sono molto pigra e il caldo infernale di luglio mi ha distrutta.
In questo mese ho letto "tanto". In vista del mio viaggio a Firenze, avevo deciso di leggere Inferno di Dan Brown (autore che adoro), proprio perchè ambientato nel capoluogo toscano. Lo avevo in libreria da un po' e per una serie di motivi (la mole innanzitutto) l'ho sempre rimandato.

Così, ormai decisa a fine giugno, inizio la lettura di questo fantomatico libro. Come per ogni storia di Brown, l'inizio è molto interessante e dinamico, entri subito nella storia e nel vivo dell'azione. Peccato però che in questo caso, la narrazione sembra sempre ferma allo stesso punto! I protagonisti "passano" 150 pagine nel Giardino di Boboli e altre 150 nel Palazzo Vecchio, così totalmente annoiata dal mattone Browniano ho desistito e lasciato a metà il mattone.

Ho deciso quindi di spostarmi su qualcosa di molto più "leggero" e ho scelto "L'Allieva" (primo libro dell'omonima serie) di Alessia Gazzola. 


Titolo: L'Allieva
Autore: Alessia Gazzola
Editore: Longanesi
2011, 374 p.

TramaAlice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale. Ha ancora tanto da imparare e sa di essere un po' distratta, spesso sbadata. Ma di una cosa è sicura: ama il suo lavoro. Anche se l'istituto in cui lo svolge è un vero e proprio santuario delle umiliazioni. E anche se i suoi superiori non la ritengono tagliata per quel mestiere. Alice resiste a tutto, incoraggiata dall'affetto delle amiche, dalla carica vitale della sua coinquilina giapponese, Yukino, e dal rapporto di stima, spesso non ricambiata, che la lega a Claudio, suo collega e superiore (e forse qualcosa in più). Fino all'omicidio. Per un medico legale, un sopralluogo sulla scena del crimine è routine, un omicidio è parte del lavoro quotidiano. Ma non questa volta. Stavolta, quando Alice entra in quel lussuoso appartamento romano e vede il cadavere della ragazza disteso ai suoi piedi, la testa circondata da un'aureola di sangue, capisce che quello non sarà un caso come gli altri. Perché stavolta conosce la vittima.

Cosa ne penso: Ci sono due premesse da fare: 
1. Ho comprato questo libro solo perchè ho scoperto tramite il profilo ufficiale dell'autrice che sono in corso le riprese de "L'Allieva", fiction ispirata all'omonimo libro, e uno degli attori protagonisti è Lino Guanciale  (che adoro!) (se non lo conoscete, andate a vedere di corsa sue foto!)

2.Sono un po' prevenuta verso gli autori italiani, perchè di tutti quelli che ho letto, sono pochi i libri di autori italiani che ho apprezzato.
Ma... quel genio della Gazzola mi ha fatto ricredere! Diciamo che non avevo grosse aspettative, avevo letto che questi libri sono "gialli-rosa" e infatti... La storia si concentra sull'omicidio di una ragazza e Alice e colleghi dovranno scoprire chi è l'assassino. Diciamo anche che di giallo questo libro ha ben poco. Omicidio a parte, la storia è molto "light" e si legge molto facilmente. La scrittura è molto scorrevole ed è un punto che ho apprezzato molto. Poi al di là dell'indagine, l'attenzione si focalizza quasi esclusivamente su Alice Allevi, protagonista e voce narrante. Alice è una specializzanda molto imbranata, che si lascia coinvolgere tanto, troppo, anche emotivamente, dai casi per cui lavora, e questo va a suo sfavore. Certe volte mi sono anche ritrovata nella protagonista, che spesso si sente come un pesce fuor d'acqua, nel contesto in cui lavora, però a differenza sua, quando tutto va a rotoli, invece di "piangermi addosso" e poltrire nel mio stato di infelicità, provo comunque a reagire. Cosa, che poi effettivamente accadrà.
Come detto si avvicina anche al genere rosa, perchè il cuore della nostra cara specializzanda è diviso tra due uomini: Claudio Conforti (bello, quanto bastardo) e Arthur (figlio del suo capo). 


Ho molto apprezzato tutti i personaggi: da CC, che è il mio prediletto, ad Arthur, anche se molte sue scelte di vita, proprio non le condivido. Poi c'è Yukino, coinquilina di Alice, davvero adorabile! Infine ci sono Ambra, l'Ape Regina dell'Istituto di Medicina Legale, Lara, altra sua collega, la Wally e il Supremo, i due capi. Tutti loro sono ben delineati, ben descritti, in maniera non prolissa. La sensazione che ho avuto leggendo questo libro è quella di entrare completamente nei panni di Alice, di vivere la sua vita, le sue emozioni e di interagire per davvero con tutti loro! Il finale, invece, non mi è piaciuto molto. Una volta "risolto" il caso della ragazza assassinata, la Gazzola ha lasciato completamente in sospeso la situazione sentimentale di Alice, anche dopo [SPOILER ALERT!!!] il bacio tanto sperato (da me!) quanto inatteso (sempre da me!) di CC! 

Comunque ringrazio la Gazzola, perchè finalmente ho più fiducia nella narrativa italiana (vi dico solo che ho già divorato anche il secondo della serie: Un segreto non è per sempre).

Voto


lunedì 15 giugno 2015

Recensione di "Chelsea & James" di Giuseppe Cozzo

Eccomi qua per una nuova recensione.
Per fortuna il molto tempo a disposizione mi permette di leggere in maniera più spedita e finalmente mi sono dedicata ad un libro che avevo da un po' in libreria. Sto parlando di "Chelsea & James", il libro d'esordio di Giuseppe Cozzo. 


Titolo: Chelsea&James
Autore: Giuseppe Cozzo
Editore:  CreateSpace Independent Publishing Platform
2015 pg. 194

Trama: Stati Uniti d’America. Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanze dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili.

Cosa ne penso: Il libro parte con la narrazione in prima persona, cosa che sinceramente non apprezzo molto perchè trovo meno lineare di quella in terza persona, di James, un ragazzo in fuga da un passato difficile.
Il punto a favore di questo tipo di narrazione è che ci permette di studiare la psicologia dei personaggi, vedere con i loro occhi il mondo circostante. James incontrerà Chelsea, ed inizieranno a scappare insieme. Il libro si concentra in prevalenza su questa fuga dei due protagonisti, che attraversano vari stati degli Stati Uniti per sfuggire dal loro passato, dalle forze dell'ordine che li inseguono per aver commesso diversi omicidi e verso la speranza di un futuro migliore. Ho apprezzato molto i temi trattati: quello del disagio interiore e sociale, dell'incapacità talvolta di ottenere giustizia, ma anche del profondo legame che si crea tra i due protagonisti. 
La storia scorre molto veloce, tranne all'inizio dove ho trovato lo stile di scrittura un po' troppo formale. Un'altra nota positiva è che dopo poche pagine entri già nel vivo del romanzo, la fuga inizia quasi da subito e l'autore ci permette di seguire i protagonisti nelle varie tappe del loro viaggio. Questo libro mi ha coinvolta e sorpresa dall'inizio alla fine (a proposito se avete lo stesso vizio mio e cioè quello di leggere l'ultima frase del libro, non fatelo assolutamente! Vi rovinereste la trama... e ringrazio ancora l'autore per avermi avvisata in tempo!). 
Ho apprezzato molto il feeling che si è creato tra i due protagonisti, il loro amore puro e sincero nasce quasi al primo sguardo, per poi crescere e diventare più intenso quando si va avanti con la storia, senza diventare mai troppo sdolcinato. Oltre a voler far crescere il loro amore giorno dopo giorno, i due perseguono anche un senso di giustizia e quasi di vendetta contro una società che non li ha mai aiutati e questo li porta a compiere diversi crimini (qualcuno sinceramente potevano evitarlo, perchè purtroppo ci sono andate di mezzo diverse persone estranee alle loro vite). Avrei voluto che venisse approfondito di più il loro passato, la loro vita, così come avrei preferito che venisse dato maggiore spazio al capo della polizia con il giovane agente. 
Nel complesso è un libro che consiglio vivamente, perchè la storia è davvero mozzafiato e quasi adrenalinica. Inoltre per essere l'opera d'esordio di Giuseppe, è davvero ben fatta e scritta, senza nemmeno un errore.
Complimenti! 

Valutazione: 4 su 5!


venerdì 12 giugno 2015

Recensione di "Odio quindi Amo" di Susan Elizabeth Phillips

Rieccomi qua!
In questi giorni di vacanze anticipate (sì, perchè dopo quattro anni per la prima volta non devo affrontare la sessione estiva)  mi sono dedicata alla lettura di "Odio quindi amo" della carissima Susan E. Phillips.

Titolo: Odio quindi amo
Autore: Susan Elizabeth Phillips
Editore: Leggereditore
2015 (pg. 369)

TramaAll'epoca delle scuole superiori a Parrish, Mississippi, Sugar Beth Carey aveva il mondo in pugno. Era la ragazza più ricca e più popolare della scuola, era lei che decideva quali erano i tavoli più in della mensa, con quali ragazzi si poteva uscire e se l'imitazione di una borsa di Gucci era accettabile se non eri la figlia dell'imprenditore più ricco della città e non potevi permetterti l'originale. Bionda e divina, aveva regnato incontrastata. Quando aveva lasciato Parrish per andare all'università, aveva giurato di non farvi ritorno mai più. Solo che adesso, quindici anni e svariati mariti dopo, si ritrova senza soldi, senza speranze e senza alternative, e si vede costretta a tornare nella città che pensava di essersi lasciata alle spalle per sempre per cercare un quadro di enorme valore lasciatole in eredità da sua zia. Qui scopre che Winnie Davis, la sua nemica di più lunga data, adesso ha tutto il successo, i soldi e il prestigio che un tempo appartenevano a lei. E, peggio ancora, Colin Byrne ‒ l'uomo a cui Sugar Beth aveva distrutto la carriera ‒ è diventato uno scrittore ricco e famoso e ha acquistato la villa in cui Sugar Beth è cresciuta. Come se non bastasse, tutti gli abitanti di Parrish, primo fra tutti proprio Colin Byrne, sembrano intenzionati a vendicarsi di tutte le cattiverie che Sugar Beth ha compiuto durante gli anni della scuola. Tuttavia, nonostante la sua insolenza e il carattere apparentemente duro, Sugar Beth non è più la perfida ragazzina viziata che tutti ricordano. Adesso è una donna molto più saggia e più matura, e piano piano riuscirà a riconquistare l'affetto della città e a fare breccia nel cuore delle persone che avevano più motivi per odiarla. Troverà così delle amiche, una sorella e un nuovo amore che non si sarebbe mai aspettata.

Cosa ne penso: Della Phillips avevo già letto due suoi libri "E se fosse lui quello giusto?" e "Un piccolo sogno" e li ho letteralmente adorati. Apprezzo molto il suo stile narrativo, la sua abilità nel mescolare alla perfezione comicità e romanticismo. Questo libro, però, è quello che meno mi è piaciuto dei tre e i motivi sono diversi. Prima di tutto la protagonista è Sugar Beth, ex reginetta della scuola alias ex bastarda che era pronta ad umiliare tutto e tutti. Nonostante la sua redenzione, non ho mai potuto apprezzare in pieno il suo personaggio, perché certe cattiverie gratuite del passato non possono essere cancellate con una semplice presa di coscienza. Inoltre c'è il personaggio di Colin, il prof. che lei aveva rovinato, che diventerà suo vicino di casa. Ho apprezzato il suo personaggio, ma allo stesso tempo l'amicizia che si è instaurata tra lui e i suoi ex alunni, con cui c'è pochissima differenza d'età, l'ho trovata inverosimile (anche io ho avuto prof. giovani ma non m'immagino proprio di invitarli a cena ecc.). Poi ci sono Winnie e Ryan: la loro è una coppia che non mi ha trasmesso molto, non so l'ho trovata insignificante... ho apprezzato di più l'altra (...). Infine c'è Gigi, la figlia di Winnie e Ryan, che vorrebbe seguire le orme della zia Sugar (sorellastra d'altronde di Winnie). Il ruolo ricoperto dalla ragazzina non è centrale, ma l'ho comunque apprezzato, perchè poi ha permesso una (SPOILER) riappacificazione, fin troppo forzata direi, tra Winnie e Sugar. Piccola pecca: il nome! Troppo strano chiamare Gigi una ragazzina, so che negli U.S.A. magari sarà normale, ma a me faceva un certo effetto.
Per quanto riguarda la narrazione non è stata fluida come le altre: già all'inizio c'è una descrizione fin troppo dettagliata di Parrish, della scuola, delle sue ex compagne di classe (i nomi erano tantissimi e faticavo a ricordarli tutti), della sua famiglia ecc. Di tanto c'erano dei flashback inattesi che disorientavano... E anche il fatto che venissero seguite due storie parallele poco mi ha convinta, perchè spezzettava la narrazione. Il finale? Troppo scontato.
Insomma, m'aspettavo di più!

Valutazione: 3 su 5

Alla prossima!


domenica 31 maggio 2015

Recensione di "Perchè l'amore qualche volta ha paura" di Guillaume Musso

Buongiorno!
Sono tornata e sono viva! Sono stata assente per quasi tutto maggio perchè è stato un mese più che pieno, però la bella notizia è che finalmente sono laureata! (momento entusiasmo!) 
La brutta notizia è che durante questo mese sono stata colpita dal "blocco del lettore", per cui ho letto davvero pochissimo.
Avevo in lettura il mio autore preferito: Guillaume Musso. Ci ho messo più di un mese per concludere il suo libro e me ne rammarico, però in questo weekend ho letto tipo 200 pagine e penso e spero di esser guarita. 

Comunque vado con la recensione. 


Titolo: Perchè l'amore qualche volta ha paura
Autore: Guillaume Musso 
Editore: Sperling & Kupfer
305 pg.,   2010

Trama: San Francisco, estate 1995. Gabrielle ha vent'anni, frequenta il terzo anno di università a Berkeley. Martin si è appena laureato in legge alla Sorbona, ed è in vacanza negli Stati Uniti. Si amano, con l'intensità della prima volta, quando ci si crede ancora. E come vivere un grande sogno, ebbri di felicità ma anche di paura. Paura di soffrire. Perché Martin deve tornare a casa, a Parigi. Non può più rimandare, come già ha fatto in passato, cedendo all'irresistibile richiamo di quel Resta ancora sussurrato fra i singhiozzi da Gabrielle. Così la realtà, alla fine, ha la meglio. Ed è brutale, e fa male. Parigi, settembre 1995. Il cielo è nero, è già autunno qui. Martin è appena atterrato e di colpo detesta il suo Paese, perché non è quello di Gabrielle. Per la prima volta si rende conto che stanotte non dormirà con lei. Allora le telefona, subito. E le scrive. A quei tempi una lettera d'amore impiegava dieci giorni per arrivare oltreoceano. Allora, quando si scriveva "Ti amo", bisognava aspettare tre settimane la risposta. E, a vent'anni, aspettare tre settimane è assolutamente disumano. A poco a poco, le lettere di Gabrielle si fanno sempre più rare, finché non arrivano più. Natale si avvicina, e Martin le scrive un'ultima lettera, accompagnata da un biglietto aereo per New York datato 24 dicembre.

Cosa ne penso: Premesso che io adoro Musso, ma penso questo si sia già capito, questo libro non ha deluso le aspettative. Come già detto, lo stile e il genere di Musso è tutto particolare, perchè unisce diversi generi: giallo, romantico e paranormale. La storia procede abbastanza spedita, però ci sono state alcune parti che davvero ho faticato a leggere: ad esempio tutte le pagine in cui la storia è ambientata in Francia (complice anche il blocco del lettore, eh!). Poi si intrecciano diverse storie e per me in un libro è sempre un punto a favore, per non rendere troppo piatta la trama, però avrei preferito che venissero approfondite le storie di Svetlana e Camille, che ha lasciato un po' "in sospeso". Da quando la narrazione si è spostata a San Francisco ho divorato il libro. Lì la storia è diventata anche più interessante e movimentata. Ho adorato il personaggio di Archibald, scoprire tutta la sua storia mi ha permesso di vederlo con occhi diversi. Archie è un uomo che ha sofferto molto, che ha fatto soffrire anche tante persone, ma che alla fine dei suoi giorni vuole rimediare agli errori commessi e lo fa in un gesto di amore assoluto nei confronti di sua figlia e del suo acerrimo nemico/amico Martin.
Sicuramente la parte che ho apprezzato di più è quella ambientata nell'"altra parte", in una specie di aeroporto-paradiso. Sono stata col fiato sospeso fino alla fine, ho temuto per la sorte dei personaggi, ma... (nonvidicoilrestosenovirovinoillibro)!

Valutazione: 4 su 5!

sabato 2 maggio 2015

Comunicazione di servizio: sono viva!

Vi starete chiedendo che fine ho fatto, visto che sono praticamente scomparsa. Bene, sono stati giorni strapieni, tra i preparativi per la laurea, che sembra peggio di un matrimonio, e impegni vari.

In più in questi giorni non ho avuto nemmeno il tempo di leggere qualcosa, e da qui il "blocco del lettore" maledetto! È un periodo in cui nessun libro sembra appassionarmi per cui va un po' così... Mi riprenderò ;)

Infine ho aperto questo blog principalmente come promemoria... Non voglio sentirmi obbligata a pubblicare "questo" in "questo giorno" ecc... Quindi non sarà aggiornatissimo come tutti gli altri blog. Sappiatelo :)

Spero a prestissimo!

Un bacio,  Lu

domenica 26 aprile 2015

Intervista a Katia Anelli de "L'amore è un'altra cosa"

Pochi giorni fa mi ha contattata Katia Anelli, per parlarmi del suo libro "L'amore è un'altra cosa", sul quale ho già scritto un post.

Ho deciso quindi di intervistarla, per conoscerla e per farvela conoscere meglio...

Come è nata la tua passione per la scrittura?
Sono da sempre una grande appassionata di scrittura e continuo a considerarlo un hobby. Ho iniziato a scrivere questo mio primo romanzo alla fine di Gennaio, più che altro così, ma pian piano ha iniziato a prendere forma e in meno di un mese l’ho completato, revisionato e autopubblicato.

A quale scrittore ti ispiri?
Potrei farti una lista lunghissima di autori: da Anna Premoli, Federica Bosco a Nicholas Sparks, Maya Banks, Sylvia Day, Gail McHugh, ma in realtà credo di essermi ispirata un pò a tutti e infine a nessuno. Mi piace pensare di emozionare il lettore, portarlo in una direzione e infine sorprenderlo. Nella mia esperienza di lettrice i libri che mi hanno maggiormente colpito sono quelli che mi lasciavano a bocca aperta perché per quanto sia bella la storia fine a se stessa con un finale scontato penso che sia più emozionante quella che sorprende... per quanto più di una volta uno sia tentato di soffocare lo scrittore con le proprie mani ;-)

Che genere di romanzi ti piace?
Sono una divoratrice di romanzi, di ogni genere, ma quelli che prediligo sono i romanzi d'amore contemporanei.

Perché dovremmo leggere il tuo libro?
Perché leggere il mio libro... bella domanda... Onestamente perché cerco di dare al lettore quello che io ho sempre desiderato trovare nei romanzi che ho letto. Ognuno di noi nella sua testa ha una storia che vorrebbe leggere e questa è la mia. Spero che possa piacere ad altri, mi auguro a molti, e che possa emozionare le persone a volte in positivo altre in negativo... ma credo che sia questo il compito e l'obiettivo di un "bravo" scrittore: smuovere qualcosa nell'animo dei lettori.

C'è qualcosa di autobiografico nel tuo libro, qualche personaggio è ispirato a persone che conosci ad esempio?
I personaggi del mio romanzo sono pieno frutto della mia fantasia mentre alcuni spunti sono tratti dalla vita reale di tutti i giorni. Diciamo che quando la mamma di Francesca in pieno mood ansioso la inonda di chiamate provo nei confronti della mia protagonista una forte empatia!


A presto!
Lu