giovedì 26 marzo 2015

Recensione de "Il prigioniero del cielo" di Carlos Ruiz Zafòn

Buon pomeriggio a tutti,
oggi vi voglio parlare di un libro che ho letto un po' di tempo fa, ma che non posso fare a meno di recensire. Si tratta de "Il prigioniero del cielo" del famosissimo autore spagnolo Carlos Ruiz Zafòn.



Titolo: Il prigioniero del cielo
Autore: Carlos Ruiz Zafòn
Editore: Mondadori
349 p. (2012)

Questo romanzo è il terzo della serie "Il Cimitero dei Libri Dimenticati", ed è il seguito de "Il gioco dell'Angelo" e de "L'ombra del vento".
Voglio prima spiegare brevemente come mi sono imbattuta in questa serie. Premetto che nonostante le copertine accattivanti, questi libri non mi avevano mai attratta, soprattutto per l'ambientazione (inizi del '900), ma trovai "L'ombra del vento" al prezzo imperdibile di 1 euro e non ho più saputo resistere. E ho fatto bene! (sì ho letto prima il 2°, poi il 3°, poi leggerò il 1° e infine il 4°)
Ma parliamo de "Il prigioniero del cielo".

TRAMA: 
Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista...
COSA NE PENSO: Rispetto al precedente, mi ha un po' deluso. Avevo grosse aspettative, forse perchè "L'ombra del vento" mi aveva emozionata davvero tanto. Ciò che mi era piaciuto, era la capacità dell'autore di coinvolgere il lettore e farlo addentrare senza sforzi nei vicoletti spagnoli. Non mi è piaciuto il linguaggio e l'ambientazione troppo macabra. La vita di Fermìn (che adoro) in prigione è il nucleo centrale della storia, ed è forse ciò che ho apprezzato meno. Ci sono troppi dettagli, troppe scene davvero orride, parti inutili ai fini della narrazione che ricorrono troppo spesso. A volte avrei davvero voluto saltare qualche pagina.

Però Zafòn resta sicuramente il mio autore spagnolo preferito. La narrazione è molto scorrevole e sa emozionare il lettore. L'amicizia tra Fermìn e Daniel è una delle più belle è più sincere che io abbia mai letto.

Il finale resta aperto, l'autore ha palesemente fatto intendere che ci sarà un seguito. Ovviamente non vedo l'ora di leggerlo ;)


VALUTAZIONE: 4 su 5






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